giovedì 29 gennaio 2015

Bramante a Milano, tra stupore e delusione

Bramante a Milano: così recita il titolo della mostra organizzata presso la Pinacoteca di Brera in occasione del cinquecentenario dalla morte dell’artista (n. 1444 m. 1514). Sottotitolo: Le Arti in Lombardia 1477-1499, da tener ben presente – ed adesso vedremo il perché – qualora vogliate visitare la mostra. Si analizza la presenza di Bramante a Milano, documentata nel 1477 finirà nel 1499, anno in cui – caduto Ludovico il Moro – si trasferisce a Roma dove troverà importanti incarichi e dove morirà nel 1514.


La mostra è integrata all’esposizione permanente delle opere di Brera e dislocata dunque “a bocconi” nelle varie sale.

Avendo già visitato Brera, la mia intenzione è quella di visitare la sola mostra di Bramante. Mi dirigo dunque in biglietteria e – non essendoci un biglietto per la sola Mostra (anche perché, viceversa, non c’è un supplemento per la mostra aggiunto al biglietto per la Pinacoteca di Brera) – acquisto il normale biglietto d’ingresso (10 euro) e mi dirigo a caccia delle opere dislocate nelle varie sale. Impresa non semplice, in quanto le opere sono sì segnalate da un cartello esplicativo di colore rosso, ma di dimensioni ridotte e dunque non di immediata visibilità. Ad aggiungere confusione, alcuni cartelli a forma di frecce che indicano una direzione “Mostra” in un verso lungo il quale capita di trovare, pochi metri più avanti, un cartello identico indicante la mostra ma nel verso totalmente opposto.

a sinistra il cartello con freccia indicante la mostra e, subito dopo, il cartellino rosso della mostra.

A destra il cartello con freccia indicante la direzione mostra, nel verso opposto al precedente. Il cartello rosso delle opere in mostra illustra un'opera normalmente esposta in Brera.
Identificate le opere, ci si accorge pian piano che quelle di Bramante sono in netta minoranza, in discordanza con quanto percepito dalla Brochure della Mostra, che recita: “La raccolta di tutto il corpus pittorico di Bramante è accompagnata in mostra dalle opere dei suoi maestri e dei protagonisti indiscussi della pittura rinascimentale in Lombardia”, facendo immaginare – almeno ai miei occhi – una prevalenza di Bramante sugli altri artisti e non viceversa. D’altronde, l’ingresso della Pinacoteca è costellato da enormi scritte a caratteri cubitali che recitano “Bramante a Milano”. 

Via via che si osservano le opere si nota come la presenza di Bramante non solo è in minoranza, ma circa la metà delle sue opere esposte fanno parte normalmente della Pinacoteca. Ho contato infatti circa 40 opere accompagnate dal cartello ufficiale della mostra e di queste solo 14 appartengono al Bramante; tra quest’ultime solo 7 sono opere arrivate da altri musei o collezioni, mentre le restanti 7 appartengono normalmente a Brera.

La delusione è al massimo. Mi si potrebbe dire che la Mostra in questione è compresa nel biglietto d’ingresso alla Pinacoteca: bene, tutto sommato. Purtroppo la Pinacoteca il 31 dicembre 2014 contava come non visitabili otto sale, senza alcuna riduzione del biglietto di ingresso in seguito all’inconveniente.


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