lunedì 23 febbraio 2015

I "danni permanenti" e danni preesistenti.

 Dopo l'invasione dei barbari del Feyenoord a Roma e la vandalizzazione di alcune aree del centro storico, in particolare Piazza di Spagna con la Barcaccia del Bernini, spesso sui giornali veniva riportata questa immagine, indicando un presunto danno.

Foto 1. Immagine da Corriere.it

Visitando Google StreetView di Maps, possiamo notare la stessa fontana del Bernini nel 2014. Già restaurata ma con le stesse lacune, non imputabili dunque agli scontri delle recenti cronache nella loro interezza (così come riportato in foto 1).

Foto 2. Immagine da Google Maps (2014)
Ciò risulta compatibile con i ritrovamenti di soli due frammenti di travertino nella vasca. Dunque il danno c'è stato, ma non va immaginato secondo i danni "evidenti" riportati da alcuni organi di stampa. Aspettiamo dunque i risultati ufficiali della Soprintendenza.

mercoledì 11 febbraio 2015

FLASH: Se la fontanina antica diventa un mondezzaio

Una delle fontane pubbliche di Rovereto (TN), dopo secoli di Storia si ritrova circondata dai rifiuti. Differenziati però.
Un'altra collocazione per i bidoni no, eh?

La fontana in vicolo S,Maria a Rovereto (TN).

giovedì 29 gennaio 2015

A Vicenza il Bramante Architetto

Il bell’omaggio a Bramante Architetto del Palladio Museum di Vicenza, in occasione del cinquecentenario dalla morte, è semplice e arricchisce il visitatore. Integrato nel biglietto di ingresso al Museo (6 euro), rimanendo lontani da sfarzose o mistificanti pomposità, a Bramante viene dedicata una stanza dell’interessante percorso espositivo. Una serie di pannelli espositivi, con forte valenza didattica, sintetizzano gli studi di Christof Thoenes (con disegni di Alina Aggujaro) su alcune opere dell’architetto di Fermignano, con particolare risalto ad una dei progetti principe: la nuova Basilica di S.Pietro in Roma. Attraverso la schematizzazione dei procedimenti e la scomposizione dei progetti di Bramante, le modifiche effettuate in itinere e l’influenza sugli architetti intervenuti successivamente, si narra un progetto fondamentale per l’Architettura occidentale. Secondo quest’ultima ottica, ad omaggiare Bramante anche due disegni in cui il Palladio studia due opere bramantesche. Ed infine, riparato da un pannello curvo a mo’ di carapace, l’esposizione del disegno autografo del Bramante per la Basilica di San Pietro, proveniente dal Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze, noto come Uffizi 20A. Quest’ultimo accompagnato da un video didattico che lo analizza spiegandone le caratteristiche in maniera semplice ed efficace. 
Non delude le aspettative, a differenza della Mostra sul Bramante Artista a Milano, di cui ho parlato qui.

A Vicenza fino all’8 febbraio 2015.

Uffizi 20A - immagine http://www.artemagazine.it/

Bramante a Milano, tra stupore e delusione

Bramante a Milano: così recita il titolo della mostra organizzata presso la Pinacoteca di Brera in occasione del cinquecentenario dalla morte dell’artista (n. 1444 m. 1514). Sottotitolo: Le Arti in Lombardia 1477-1499, da tener ben presente – ed adesso vedremo il perché – qualora vogliate visitare la mostra. Si analizza la presenza di Bramante a Milano, documentata nel 1477 finirà nel 1499, anno in cui – caduto Ludovico il Moro – si trasferisce a Roma dove troverà importanti incarichi e dove morirà nel 1514.


La mostra è integrata all’esposizione permanente delle opere di Brera e dislocata dunque “a bocconi” nelle varie sale.

Avendo già visitato Brera, la mia intenzione è quella di visitare la sola mostra di Bramante. Mi dirigo dunque in biglietteria e – non essendoci un biglietto per la sola Mostra (anche perché, viceversa, non c’è un supplemento per la mostra aggiunto al biglietto per la Pinacoteca di Brera) – acquisto il normale biglietto d’ingresso (10 euro) e mi dirigo a caccia delle opere dislocate nelle varie sale. Impresa non semplice, in quanto le opere sono sì segnalate da un cartello esplicativo di colore rosso, ma di dimensioni ridotte e dunque non di immediata visibilità. Ad aggiungere confusione, alcuni cartelli a forma di frecce che indicano una direzione “Mostra” in un verso lungo il quale capita di trovare, pochi metri più avanti, un cartello identico indicante la mostra ma nel verso totalmente opposto.

a sinistra il cartello con freccia indicante la mostra e, subito dopo, il cartellino rosso della mostra.

A destra il cartello con freccia indicante la direzione mostra, nel verso opposto al precedente. Il cartello rosso delle opere in mostra illustra un'opera normalmente esposta in Brera.
Identificate le opere, ci si accorge pian piano che quelle di Bramante sono in netta minoranza, in discordanza con quanto percepito dalla Brochure della Mostra, che recita: “La raccolta di tutto il corpus pittorico di Bramante è accompagnata in mostra dalle opere dei suoi maestri e dei protagonisti indiscussi della pittura rinascimentale in Lombardia”, facendo immaginare – almeno ai miei occhi – una prevalenza di Bramante sugli altri artisti e non viceversa. D’altronde, l’ingresso della Pinacoteca è costellato da enormi scritte a caratteri cubitali che recitano “Bramante a Milano”. 

Via via che si osservano le opere si nota come la presenza di Bramante non solo è in minoranza, ma circa la metà delle sue opere esposte fanno parte normalmente della Pinacoteca. Ho contato infatti circa 40 opere accompagnate dal cartello ufficiale della mostra e di queste solo 14 appartengono al Bramante; tra quest’ultime solo 7 sono opere arrivate da altri musei o collezioni, mentre le restanti 7 appartengono normalmente a Brera.

La delusione è al massimo. Mi si potrebbe dire che la Mostra in questione è compresa nel biglietto d’ingresso alla Pinacoteca: bene, tutto sommato. Purtroppo la Pinacoteca il 31 dicembre 2014 contava come non visitabili otto sale, senza alcuna riduzione del biglietto di ingresso in seguito all’inconveniente.